In ognuno di noi c’è il bene, in ognuno di noi c’è anche il lato oscuro. La forza sta nell’equilibrio tra i due.
I tre pilastri dello Jedi sono la Forza, la Conoscenza e l’Autodisciplina.
Oggi parleremo del primo pilastro, quello della Forza. L’ho scelto per primo poiché penso che il percorso dello JedI che vuole muoversi nella Forza sia simile al percorso della Persona che entra in Terapia per conoscere se stessa: per muoversi nella Forza occorre conoscere sia la parte Chiara sia quella Oscura.
Se vuoi conoscere più da vicino i Tre Pilastri leggi il mio articolo :
https://www.ossimoro.net/i-tre-pilastri-dello-jedi-la-forza-la-conoscenza-e-lautodisciplina/
IL LATO OSCURO
La filosofia dell’ordine Jedi persegue un ideale di purezza e rispetto in accordo con il lato chiaro della Forza.
La Forza è un campo di energia creato da tutte le cose viventi. Essa è intesa come un’energia che scorre attraverso l’uomo e non dall’uomo, per tale motivo muoversi nella Forza vuol dire respirarla, assaporarla avendo chiaro lo scopo e la direzione da seguire. Essere nella Forza vuol dire poterla condividere con gli altri.
La Forza è quella che ci dà uno scopo e ci spinge a condividere le nostre qualità con gli altri e per sua natura è ambivalente.
Ogni membro dell’ordine cerca di vivere in armonia con il mondo attorno a sé, usando saggezza e logica e allontanando le emozioni negative come la rabbia e l’ odio, che portano a lasciarsi corrompere dal lato oscuro.
Il Lato oscuro è un aspetto della Forza e rappresenta la sua parte sommersa dove risiedono le emozioni forti e intense come la Paura paralizzante, la Rabbia distruttiva o l’Amore Tossico.
Ogni Jedi usando la propria saggezza e la logica ha il compito di allontanare da se stesso il Lato Oscuro.
Tuttavia il Lato Oscuro non è qualcosa che si può eliminare del tutto o tenere lontano da sé per sempre, ne è un esempio il percorso di Darth Vader che rifiuta la personalità del vecchio Jedi Anakin nel tentativo di diventare un perfetto Signore Oscuro dei Sith.
Per raggiungere il potere egli deve abbandonarsi al Lato Oscuro obbedendo al suo Imperatore.
Deve obbedire e proseguire il suo cammino.
Molto spesso le persone “ubbidiscono” a qualcosa in cui sono convinti di credere ciecamente, non mettono in discussione le proprie convinzioni e divengono così vittime di se stesse.
“Il senso del dovere”, “il lavoro di una vita”, “la cosa giusta da fare”, sono tutti esempi di credenze che hanno avuto un senso nel passato ma che oggi sono limitanti e fonte di sofferenza per la persona. Il senso di colpa per un eventuale “tradimento” o “violazione” di queste “regole” può essere schiacciante lasciandole senza respiro.
“L'attaccamento è proibito. Il possesso è proibito. La compassione, che io definirei amore assoluto, illimitato, è al centro della vita di un Jedi. E quindi si può dire che noi siamo spronati ad amare.
L'ombra dell'Impero
Non era riuscito ancora a purgarsi completamente dalla presenza di Anakin Skywalker, l’uomo fragile e limitato che era stato un tempo. Finché non ci fosse riuscito, non avrebbe potuto consegnarsi interamente al Lato Oscuro. Era la sua grande debolezza, il suo più terribile difetto. Una scintilla di luce nella tenebra, che in tutti quegli anni, per quanto avesse provato, non era ancora riuscito a soffocare.
Tratto da: L’ombra dell’Impero, Sperling & Kupfer 1997
Una scintilla di Luce, il ricordo di Anakin che è presente e si fa vivo per ricordargli che c’è sempre una strada alternativa, che si può decidere di cambiare rotta anche quando sembra troppo tardi.
Ma Darth non può più tornare ad essere Anakin e deve affidarsi al Lato Oscuro, pena la sua stessa Identità.
Molte volte le persone che decidono di entrare in terapia avvertono questo senso di smarrimento “chi sono io” se quello che facevo o pensavo ora non lo voglio più ?
Così le persone che “resistono” si stanno solo proteggendo dalla paura di frammentarsi.
Sotto quella maschera Egli poteva respirare e vivere ma se avesse lasciato entrare un qualche frammento di Luce allora i suoi polmoni avrebbero cessato di funzionare.
Vader respirò a fondo, espirò, poi respirò di nuovo. Le energie del Lato Oscuro lo riempirono e un’altra volta riuscì a respirare come un uomo normale. Si concentrò sulla propria rabbia. Non era giusto che fosse stato mutilato, rovinato, che questo atto semplice e normale del respirare a lui fosse negato. Non… era… giusto!
Le energie curative rimasero attive in lui.
Fino a che riusciva a mantenere la sua indignazione, i polmoni e i bronchi restavano aperti e funzionanti. Alimentò il fuoco dell’ira con l’ingiustizia di una galassia che non gli permetteva di essere integro.Tratto da: L’ombra dell’Impero, Sperling & Kupfer 1997
L'IMPERO COLPISCE ANCORA
Anche se Darth riusciva a mantenere sottocontrollo Anakin egli non poteva resistere alla tentazione di avere con sé suo figlio. Era ossessionato dalla ricerca del giovane Luke Skywalker e quando riesce finalmente a trovarlo gli rivela la verità :
Vader: “Tu non conosci il potere del Lato Oscuro. Obi-Wan non ti ha mai detto cosa accadde a tuo padre”
Luke: “Mi ha detto abbastanza! Che sei stato tu ad ucciderlo!”
Vader: “No, io sono tuo padre”.
In questo dialogo, divenuto celebre, è proprio quell'”io” che permette a Vader di essere nuovamente fragile. Quell’Io che conosce in cui Egli si percepisce come Soggetto con propri sentimenti e pensieri. Consapevole della propria storia e dei suoi significati. Una presa di consapevolezza e di responsabilità. Egli sceglie di essere Padre dando spazio ai propri sentimenti. L’amore come possibilità di Rinascita. Il Lato Chiaro della Forza che illumina quello Oscuro con la tenerezza che solo L’Amore può rivelare.
Il Lato Oscuro si nutriva volentieri di rabbia, ma la felicità era per esso un veleno mortale
“La vita sembra più facile quando riesci ad aggiustare qualcosa.” (Anakin Skywalker)
Darth è ormai circondato dal Lato Oscuro della Forza e il suo corpo è debole per reagire ad esso quindi compie l’unico sacrificio possibile per porre fine al male e riscattare la sua immagine di fronte al figlio e all’intera galassia. La morte di sé per un bene superiore.
«Si deve essere pronti ad ardere nella propria fiamma: com’è possibile rinnovarsi senza prima essere divenuti cenere?» (F. Nietzsche – Così parlò Zaratustra)
Così in terapia le persone lasciano che qualcosa di sé muoia per poter rinascere e fiorire nel loro Essere.
Ogni persona abbandona il nido delle proprie certezze, quelle ormai divenute obsolete e sviluppa il proprio intuito alla ricerca di nuove terre.
Ogni persona è per me come l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri e in Terapia Essa arriva a «deporre la propria (mia) anima, per poi riprenderla una seconda volta» (Il Fisiologo).